Saranno i migliori chef ed esperti gastronomici provenienti da tutto il mondo a decretare il vincitore del Premio Mondiale Basque Culinary istituito per la prima volta quest’anno – ma avrà cadenza annuale – dal BCC-Basque Culinary Center di Donostia / San Sebastián, con il sostegno del Governo Basco nell’ambito della strategia Euskadi-Basque Country. BCC, prestigiosa Università Gastronomica che dispone anche di un un centro di ricerca e innovazione pionieristico nell’ambito dell’alimentazione e della gastronomia, intende con questo premio rendere omaggio a uno chef che abbia dato un contributo eccezionale per “migliorare la società attraverso la gastronomia”. Uno chef di qualsiasi nazionalità che abbia dimostrato che la gastronomia può essere un potente motore di cambiamento: un uomo o una donna la cui influenza sia andata “aldilà della cucina”, vuoi per l’innovazione culinaria, vuoi per l’impegno nei confronti della responsabilità sociale o la sostenibilità, oppure per il coinvolgimento in campagne sulla salute o sull’ambiente, la promozione di progetti culturali pionieristici o attività che beneficiano la società per l’impatto positivo sull’industria alimentare. Per aspirare al premio gli chef devono essere proposti da un professionista del mondo della gastronomia e il vincitore riceverà €100.000 da devolvere a sua scelta a un progetto che
dimostri il ruolo sempre più ampio della gastronomia nella società. Il nome del vincitore verrà reso noto a luglio dagli chef appartenenti al Consiglio Internazionale del Basque Culinary Center, che formano la giuria del Premio: il Presidente Joan Roca (Spagna), Gastón Acurio (Perù), Ferran Adrià (Spagna), Alex Atala (Brasile), Dan Barber (USA), Heston Blumenthal (Regno Unito), Massimo Bottura (Italia), Michel Bras (Francia), Yukio Hattori (Giappone), Enrique Olvera (Messico) e René Redzepi (Danimarca). Ma per decidere quale sarà il vincitore, gli chef giurati dovranno a loro volta consultarsi con esperti delle discipline legate alla gastronomia come Harold McGee, scienziato del cibo e scrittore statunitense; Massimo Montanari, professore di storia medievale presso l’Università di Bologna e uno dei maggiori esperti di scienze dell’alimentazione; la scrittrice Laura Esquivel ed Hilal Elver, relatrice speciale sul diritto al cibo per l’Alto Commissariato per i Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite. Tra i componenti la Commissione per questa prima edizione ci saranno anche Elena Arzak, una delle più celebri chef stellate al mondo; l’antropologo e professore F. Xavier Medina; l’antropologo ed esperto di storia del cibo Frédéric Duhart e Marta Miguel Castro, esperta in scienze alimentari.
Ma cosa significa questo Premio per i giurati? Ecco qualche dichiarazione:
Riteniamo che l’ambito della gastronomia possa avere un’influenza positiva sulla società quando gli chef assumono le responsabilità legate alla propria veste pubblica. Il nostro scopo è mostrare esempi del grande lavoro svolto dagli chef, siano essi più o meno noti, per fare la differenza. Joxe Mari Aizega, Direttore generale di Basque Culinary Center.
Il Premio Mondiale Basque Culinary individuerà uomini e donne che lavorano sodo nella gastronomia per raggiungere l’eccellenza. Quei pionieri innovativi, creativi, decisi – e a volte impetuosi -, impegnati nei confronti della propria comunità e che giorno per giorno dimostrano che la gastronomia può essere un motore di trasformazione. Joan Roca, Presidente del Consiglio Internazionale del BCC e presidente della giuria. Chef de El Celler de Can Roca, ristorante con tre stelle Michelin, Spagna.
La cucina ha dimostrato essere un potente motore di cambiamento. Di conseguenza, gli chef devono essere impegnati e consapevoli dell’opportunità di cui dispongono per contribuire a creare una società più giusta, generosa e sostenibile”. Essendo convinto che la cultura, la conoscenza, la consapevolezza e il senso di responsabilità sono le basi dello chef del futuro, sono orgoglioso di partecipare a questo premio e mi auguro che possa ispirare e sollecitare coloro che vogliono fare la differenza impegnandosi nei confronti della società. Gastón Acurio, considerato il rivitalizzatore della cucina peruviana, possiede più di 40 ristoranti in tutto il mondo.
Con questo premio speriamo di condividere con il mondo le storie degli chef che stanno usando la cucina a beneficio di un futuro migliore; abbiamo bisogno che la gente proponga coloro che stanno lottando per questa causa in qualsiasi modo, anche a piccola scala: siamo tutti parte della rivoluzione. Massimo Bottura, chef e proprietario dell’Osteria Francescana di Modena, ristorante con tre stelle Michelin.
La cucina è vita: non possiamo dimenticarlo. Questa è la ragione per cui sono lieto di vedere che alcuni chef hanno legato la loro vocazione al proprio senso di umanità. Ritengo che sia affascinante perché non si tratta di qualcosa di effimero: è il futuro della cucina. Gli chef attuali fanno bene a scegliere questa strada. Michel Bras, cuoco e proprietario dell’hotel-ristorante Bras ad Aubrac, Francia, con tre stelle Michelin.
Un numero sempre maggiore di chef si è unito agli attivisti che propugnano un cambiamento nel nostro sistema alimentare… L’attuale cultura gastronomica offre ai cuochi una piattaforma per agire, compreso il potere – per non dire il lusso – di innovare. Quali arbitri del buon gusto, possiamo contribuire a forgiare un Terzo piatto, un modo nuovo di mangiare in cui converga tutto ciò. Dan Barber, chef, scrittore e fondatore del ristorante Blue Hill di Manhattan, con una stella Michelin.
Cucinare significa rispettare le regole, agire correttamente e lavorare in cooperazione. Cucinare è perciò il modo perfetto di capire come funziona la vita. Massimo Montanari, docente di storia medievale e storia dell’alimentazione presso l’Università di Bologna.