Viaggio nel nuovo Ramen Misoya di Milano per scoprire il gusto della cucina giapponese tradizionale. E davvero gustosa.
Diciamolo: non è la solita zuppa, nonostante le apparenze. Perché il ramen è qualcosa di più, di ben oltre: è cultura giapponese, seppur importata tanto tempo fa dalla Cina. E soprattutto è un modo di mangiare davvero prelibato che fa scoprire che oltre il sushi c’è vita, sui tavoli del Sol Levante. E dunque, ben venga l’arrivo a Milano di Ramen Misoya (in via Solferino 41), locale di una catena già attiva in varie parti del mondo e che a New York e Montreal ha conquistato le pagine della Guida Michelin. Diciamolo: avanti così ed anche Milano può raggiungerle. Perché lo chef Kenji Kouno, arrivato da Tokyo, propone quattro tipi di ramen, dalla “versione” di Hokkaidō a quella di Tokyo più due ramen vegetariani. E la particolarità di Misoya, rispetto ad altri ristoranti del genere, è che le materie prime sono importate direttamente dal Giappone. E la cosa si sente. In pratica: vi sedete a tavola ed oltre ad una serie di piatti d’entrata da leccarsi i baffi – dai Gyoza, i ravioli alla griglia, alle Takoyaki, polpette fritte con polpo, passando per i Misoya Crostini e molto altro – ecco appunto le “zuppe” in cui si trovano il miso, ovvero una pasta di soia
fermentata messa in abbondanza nel brodo che per questo diventa più opaco, nonchè particolari noodles spessi e arricciati. La prova è stata effettuata assaggiando un po’ tutto, ma in realtà dopo aver scelto uno dei ramen disponibili ci si trova un tazzone così abbondante che è difficile arrivare alla fine. Ma ci si arriva perché è buono. E dunque sul menu ecco il Ramen Normale (che ha anche una versione con tre pezzi di Cha-Shu che sono fette di maiale grilgiato), lo Yasai Ramen a cui vengono aggiunte verdure assortite (cavolo, carota, cipolla), lo Spicy Ramen con specialità piccante di pasta di Miso. Tutti i ramen partono già con miso, brodo di pollo e maiale, carne di maiale macinata, germogli di soia, cipolla verde, la versione Tokio prevede anche alga Nori e germogli di bambù. Quelli vegetariani infine sono l’Hokkaidō con miso, zuppa di brodo di alghe, Noodle, guarnizioni con germogli di soia, cipolla verde, cavolo, carota, germogli di bambù, e il Tokyo con miso, zuppa di brodo di alghe, guarnizioni con germogli di soia, cipolla verde, cavolo, carota, germogli di bambù, mais, alga Nori. Tutti saporiti e una vera scoperta, in un ambiente tranquillo ed educato, come ci insegnano i giapponesi. Che riescono a trasformare una zuppa in qualcosa da gustare con piacere.