Non mancano le novità tra le proposte estive del food&drink. Dalla Valle d’Aosta alla Calabria passando per Milano.
Otto nuovi signature cocktail e una selezione gastronomica dall’anima cinese e asiatica. A Milano, Bob accoglie dall’ora dell’aperitivo in poi con le sue proposte estive che aprono un nuovo capitolo nella crescita del locale, aperto meno di due anni fa e già diventato punto di riferimento per gli appassionati di mixology. L’ideatore del menu ed head barman di Bob, Cesar Araujo, non ha voluto creare solo una lista di nuovi drink, ma ha scelto di proporre un nuovo percorso concettuale, frutto di una ricerca stilistica, logistica e tecnica che si sviluppa attorno alla street art. E come nella street photography le idee emergono da ogni angolo, ecco che dietro il bancone il drink diventa un’istantanea del momento, che sia frutto di ispirazione e creatività del barman o rappresenti la volontà ed il gusto del cliente. Il tutto proiettato in una realtà aumentata, un progetto innovativo sviluppato in collaborazione con lo studio di motion design Alkaloids: avvicinando lo schermo dello smartphone alla pagina del menù, la fotografia si anima e prende vita, regalando una vera e propria esperienza in un’altra realtà. Un menù graficamente interattivo quindi, dove i signature cocktail spaziano da Desire (Tequila / Cachaça / Cocco & Matcha / Ananas / Champagne / Milk Washing), ispirato al ricordo dei Paesi più colorati e desiderati al mondo come il Messico ed il Brasile ad Anxious (Gin / Liquore Alpino / Orzata al Wasabi / Sake Yuzu), dove il mondo del gin incontra il Giappone per far nascere
una variante dell’Arm & Navy, fino a Offiline (Gin / Mezcal / Vermut Rosso / Campari / Tè ai frutti rossi / Alloro / idromele), che unisce Messico e Italia con uno dei cocktail simbolo per tutti i bartender del mondo, il Negroni, naturalmente rivisitato. Gli otto drink della nuova lista sono affiancati da tre twist sull’Old Fashioned e due proposte per i whiskey sour. Quanto alla parte food, complemento ed accompagnamento dei drink, la selezione propone piatti quali il Bao – panino cotto al vapore – in diverse vesti, classiche e rivisitate. Non mancano inoltre suggerimenti per qualunque ora della serata, tra snack home- made, ravioli al vapore artigianali e piccoli piatti con influenze asiatiche. (Milano, Via Borsieri 30 – da lunedì a domenica h 18.00 – 02.00).
Una tavola in solitaria ai piedi del Monte Bianco: l’Auberge de La Maison lancia “Le Solitaire”, ossia un pranzo, un aperitivo, una degustazione o una cena in solitaria serviti da una cesta tipica dell’artigianato valdostano, trasportata da una
carrucola installata dalle Guide Alpine di Courmayeur. “Abbiamo immaginato un atto poetico alpino, spiega Alessandra Garin- e ci è venuto in mente una tavola apparecchiata per bene, immersa nei prati con vista Monte Bianco che circondano la nostra Casa”. E poi ecco la sorpresa, una carrucola alpina come mezzo per servire quella tavola, un cesto con i sapori più
sinceri della cucina e dei vitigni dell’hotel della famiglia Garin. Il sostegno della carrucola è stato studiato dalla Società Guide Alpine di Courmayeur, la più antica d’Italia, reinterpretando per un’esperienza di sapore i tecnicismi delle corde di arrampicata. Così, nel mezzo del prato estivo alpino dell’Auberge, la tavola apparecchiata per due diventa un’esperienza di privacy e di bellezza. Nessun altro ospite intorno, solo la natura e la compagnia del commensale. (www.aubergemaison.it).
Irriverente, sfacciata ed ironica. È questa l’anima di Immorale, il nuovo ristorante dello chef-patron Luca “Leone” Zampa, che propone a Milano il suo concetto di “immoralità” gastronomica, come se fosse una delicata forma di arte, talvolta ironica, applicata all’esperienza a tavola. Il nome si ispira al testo “Ricette Immorali” dello scrittore spagnolo Manuel Vazquez Montalban, un ricettario che racconta piatti pieni di gusto, dal tono un po’ piccante e con un pizzico di storia che invoglia a volersi bene, ad amare meglio, una filosofia che rispecchia in pieno il modo di essere dello chef. Il suo personale concept gastronomico è strutturato intorno ad una approfondita e specifica conoscenza dell’universo del mangiare e del bere, che
include sia lo studio su prodotti attentamente selezionati e sugli ingredienti, soprattutto quelli radicati nel suo territorio di origine, le Marche, sia la ricerca sulle tecniche di trasformazione della materia per avvicinarsi all’eccellenza. IL menù ideato da Luca Zampa e preparato in cucina dal giovane Simone Torchetti è un percorso degustativo che cambia quasi settimanalmente e che rompe volutamente le gabbie tradizionali della divisione tra antipasto, primo e secondo. Le variazioni assecondano e sposano le disponibilità giornaliera, soprattutto del mercato del pesce. Iconico sicuramente lo “Spaghetto quadro alla Poraccia”, in versione fredda ed estiva, un nome provocante ed apparentemente semplice, che racconta in realtà una stuzzicante carica di gusto. Ruolo importante lo ricoprono i vegetali, che mostrano un’approfondita conoscenza degli ingredienti e vengono esaltati dalla combinazione tra presentazione ed autenticità del gusto. La sala e la cantina dei vini sono gestite dalla sommelier Cristina Aromando. Le 340 etichette di vini esclusivamente naturali non vengono però racchiuse ed elencate in una tradizionale carta: una dozzina viene proposta settimanalmente all’interno del menù, ma la maggior parte, partendo dalla scelta dei piatti e soprattutto in base al gusto ed alla tipologia di cliente, viene raccontata e proposta direttamente al tavolo. (Milano, via Lecco 15 – da lunedì a venerdì h 18.30 – 01.00; sabato e domenica h 12.30 – 02.00; prenotazione obbligatoria su www.immoralemilano.com).
Tra le proposte estive, ecco anche quella di Antonio Biafora, che ha riaperto il giardino del Biafora Resort, a San Giovanni in Fiore (Cs), con uno spazio dedicato a un nuovo format di ristorazione, il Bistrot Tavola XXIII, con il supporto di Studio Nua, giovane realtà creativa di Cosenza con cui collabora da tempo. Qui è possibile assaggiare alcuni dei piatti dello chef di Hyle, godendo della frizzante brezza di quella che è stata definita l’aria più pulita d’Europa, quella della Sila. 40 sedute nel verde con tavoli distanziati di 2,5 metri e un menù divertente, agile e incentrato sugli straordinari prodotti del territorio. Dagli antipasti, che vanno dai tipici silani a quelli più sfiziosi, ai primi quali Cavatelli peperone, rucola e ricotta affumicata o Ravioli di ricotta con porcini e tartufi estivi e finocchietto selvatico. Carne e pesce della costa per i secondi. In menù anche la possibilità di scegliere hamburger, pollo fritto o pulled pork, anche da portare via (nel mese di agosto) in un cestino per un bucolico pic-nic sui prati della Sila. In carta anche una selezione di 3 pizze stellate firmate dagli chef Luca Abbruzzino, Caterina Ceraudo e Nino Rossi, che hanno creato 3 ricette originali per Antonio. Mentre Hyle, il progetto di fine dining strettamente legato alla Sila e all’intero territorio della Calabria, ha riaperto il 1° luglio con un nuovissimo menù che si basa sempre sulla conoscenza storica e sulla cultura del luogo ed è capace di creare un’esperienza gastronomica che raccoglie intuizioni, idee e tradizioni. Il Ristorante, che ha anche un verdissimo giardino privato dove lo chef accoglierà gli ospiti con i suoi creativi amuse bouche di benvenuto, sarà aperto da martedì a venerdì solo a cena, mentre il sabato e la domenica a pranzo e a cena. (www.hyleristorante.it).
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